DRUSILLA APRE LA MILANO FASHION WEEK



La settimana della moda milanese è cominciata con la stilista romana che ha presentato la collezione “Twenty-Nine” all’evento Savò. Drusilla: “I miei ultimi 18 mesi di vita racchiusi in cinque abiti”
Foto di Saverio Chiappalone
Drusilla Clothing è sbarcata alla Milano Fashion Week. La settimana della moda milanese è iniziata con la stilista di Ostia Lucilla Ferretti (in arte Drusilla) che ha presentato la propria collezione Twenty-Nine all’evento Savò. Il defilé si è aperto sulle note di “No, je ne regrette rien” di Edith Piaf: un addio alla sua vita di prima per accogliere le nuove sfide d’amore. A seguire “I am the best” delle “2ne1”, una girl band coreana di k-pop. In passerella per Drusilla anche l’attore Giacomo Marcheschi che ha indossato l’unico abito maschile della sfilata: “Gatsby”. La kermesse è stata organizzata dall’Art Director ed Event Manager della Montecarlo Fashion Week Rosanna Trinchese ed ha visto le prestigiose presenze del noto stylist Simone Guidarelli, della presidentessa della Camera della Moda monegasca Federica Nardoni Spinetta, e degli attori Claudio Zanelli e Alice Mistroni.





Le parole della stilista Lucilla Ferretti: “Un anno e mezzo fa, poco prima di compiere 29 anni, ho lasciato Roma per trasferirmi a Parigi. L’obiettivo era ricostruirmi, darmi il tempo di capire cosa desiderassi davvero. Volevo guarire da vecchie ferite ed essere finalmente la persona che avevo sempre sentito di essere. In Francia ho trovato le risposte che cercavo e l’ispirazione per una nuova collezione. Nel corso dell’anno ho anche capito come, parallelamente all’immersione nella cultura francese, stessi maturando il mio percorso intellettuale che mi aveva già portato verso l’Asia. La Cina è stata la via, il mio punto fermo e da lì sono andata ancora avanti. Poi ho scoperto la Corea che ho voluto omaggiare durante la mia sfilata con la stessa canzone che è stata intonata in occasione della cerimonia di chiusura per le Olimpiadi di PyeongChang. Un brano simbolo di un paese che in quel momento si stava mostrando al mondo. L’Asia, un po’ come l’Africa, una volta toccata ti trasforma. Twenty-nine è dedicata all’esperienza che ho vissuto a Parigi e a tutte le persone che hanno reso indimenticabile l’anno trascorso arricchendo la mia vita e riportandomi, ancora una volta, a Drusilla. La collezione è una “capsule” nella quale racconto con cinque abiti, realizzati in tessuto wax, la città e le persone diventate per me significative”.