
Nasce e vive a Verona, e dagli anni ’90 attiva nella sua ricerca pittorica nell’atelier a Capi David fondato dal M° scultore Armando Poli.
La sua espressività rivisita più generi dal paesaggistico, alla ritrattistica saprattutto di infanti, spaziando sino al figurativo in evoluzioni anatomiche soprattutto di campionesse dell sport acquatico e danzatori.
Insegna pittura acrilica all’assiciazione Arcobaleno, fa parte anche dell’Accademia di Arte e Artigianato della sua città, dove ha esposto al foyer del “Teatro Nuovo” nella Casa di Giulietta, alla Chiesa si San Fermo e al Palazzo della Gran Guardia.
Tra il 2001/15 riceve numerosi premi e riconoscimenti (Biennale di Roma, a Paermo: Il Premio della Critica d’Arte con “Carnet de Voyage” per la mini personale presso il Circolo Ufficiale in occasione del “GrandGalArte”, a Cefalù in occasione dell’Earth Day 2018 di fronte al Duomo e nel 2019 alla Galleria D’Arte Civica Moderna di Monreale e di recente al “Dal Kosmos al Khaos” a Palazzo Jung a Palermo, dove ha catturato l’attenzione del pubblico con le sue sirene “klimtiane” contemporanee.
La sua ispirazione viene daal’elemento che più ama: l’acqua, e in cui la donna ne è simbiosi e simbolo della sua energia, forza e vitalità. Le sue opere sono state scelte come testimonial di manifestazioni internazionali sia in arte che nello sport e come immagine in due copertine di libri scritti da autorevoli autori.
Le campionesse, rappresentano vere “stars” del nuoto sincro e i loro corpi sono descritti come un prolungamento delle onde e del fluire dee’acqua.
Del resto l’artista in passato ha allenato squadre italiane e ha conquistato mete e medaglie d’ro olimpiche con vittorie internazionali. Da ciò la pittura è frutto di consapevolezza anatomica i ogni movimento aggraziato del corpo dentro l’acqua, fuso con l’armonia dei suoi motus in un tutt’uno di bellezza primordiale del femmineo.
Nell’impero di quell’onda che travolge dolcemente anche il pubblico nell’osservarle come se l’acqua uscisse dalla superfice pittorica la figura si metamorfizza con l’elemento natura di cui lo sport ne è transfert.
Tra ninfeee antropomorfe come cascate a forma di donna, gronda e ondula in danze specchiandosi in acqua argentea e madreperlacea, tra i vortici dei capelli. Cinetiche emozioni e ritmo cromatico, le rendono vive tra gli oceanici sensi i cui Mater Natura è grande grambo cosmico simbolo tra acqua e mascita.

Simonetta Barini è nota anche per i ritratti di bambini, dove coglie espressioni sornione e ironiche, cui la loro personalità tra gioco o ingenua dolcezza, monellerie o introspezioni divertenti, la rendono unica. Nell’ultima produzione, atlete stile “vintage” munite di cuffie decorate da cui escono cornette nella metafora del “Ti ascolto” (sotto acqua i suoi mutano così come nel profondo) e dalle espressioni empatiche e suadenti, sino a “Disobbedienza Fuori Onda” dove la nuotatrice fuma disobbediento alle regole che la natura ci impone di cui la disciplina nello sport ne è esempio (di non inquinare l’ambiente e dunque noi stessi).
Forse l’unica donna che “esce fuori onda” da questa tela perché poi … tutte le altre sono simbolo di quel plasticismo armonioso e ci mostrano donne “immerse” nella loro forza, carattere e tenacia con modalità oceanica all’infinito.
Dott.ssa Francesca Mezzaetsta storico e critico dell’Arte
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