Fabrizio Gatta

Fabrizio Gatta…..il terzo occhio. Un “incazzato Don Quichote” dal cuore d’oro e dagli ideali cavallereschi, anche quando si lascia trasportare dal fuoco del suo temperamento e inizia un terribile e minaccioso monologo sulle malefatte della politica o sulla stupidità di certi comportamenti. A differenza però dell’eroe di Cervantes, non si è trovato a combattere contro mulini a vento, ma contro realtà e situazioni oggettive che si scontravano con il suo pensiero, condivisibile oppure no, ma certo ispirato a correttezza e logica. Il terzo occhio non è quello della filosofia indiana, attraverso il quale si vede ciò che è nascosto alla visione altra, anche se in un certo senso si può accettare questa affermazione perché è quello dell’obbiettivo della macchina fotografica, dietro il quale gli occhi di Fabrizio vedono la realtà. Come ha scritto Henri Cartier-Bresson:- E’ un’illusione che le foto si fanno con la macchina…. si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa.- e dietro le foto di Fabrizio c’è tutto questo con la capacità quindi di saper cogliere attimi irripetibili, sensazioni, emozioni e di trasmetterli agli altri. Cuore e testa sono dietro a tutta la sua lunga attività-passione: è un uomo pronto a combattere ogni battaglia che lo interessi, capace di entusiasmarsi e lottare per riuscire a realizzare un ideale al di là delle difficoltà. Non è un personaggio facile, anzi talvolta scomodo, come lui stesso ammette, ma crede in ciò che fa e si prodiga con tutte le sue forze per realizzarlo anche in assenza di di compensi: non è una cosa da poco in tempi di opportunismi e connivenze. Unito alla sua competenza e al pragmatismo, c’è un aspetto-bambino che non emerge subito, ma solo dopo che lo si è osservato attentamente, cogliendo i lampi di entusiasmo che accendono iu suoi occhi quando parla di ciò che lo appassiona. Lo nasconde accuratamente con un’ironia ed un sarcasmo brucianti, ma a supportarlo degnamente sono proprio le sue fotografie: un tronco levigato dal mare abbandonato su una spiaggia invernale, una elegante figura femminile ritratta in solitario studio d’arte, giovani donne a contrasto di vecchie pietre consunte. Ed ecco l’occhio per cogliere ciò che ai più sfugge, il cuore per trattenere il lampo di un’emozione, la testa per comunicare tutto a chi vuole leggere al di là di un’immagine. Questo è l’uomo dei progetti in cui crede fermamente, degli entusiasmi travolgenti, delle ire e dolcezze intrecciate, dell’0amore sconfinato verso i nostri compagni pelosi, dell’umorismo intelligente e dell’ironia caustica, dello sguardo indagatore

Storica: Marilena Cheli Tomei

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