L’arte onirica di Francesca Tarantino

Quando il direttore di Arte Manufatti mi ha commissionato questa intervista, non avevo la minima idea del fiume in piena che mi avrebbe travolto.
Venerdì pomeriggio sono pronta al collegamento con il mio quaderno e tutte le domande, il registratore pronto ed ecco arrivare lei: Francesca Tarantino ,una donna tutta pepe e dolcezza con una grande dialettica.
Ci diamo subito del tu per rompere il ghiaccio e dietro i suoi occhiali scorgo due occhi verdi che ne avranno di cose da darmi e credetemi io non mi sbaglio mai!
Prima di entrare nel circolo di domande vorrei invitarvi a leggere una breve recensione alla quale Francesca è molto legata e mi chiede se è possibile inserire. Leggo le righe che descrivono questo uragano di donna e mi convinco che posso partire da qui.

La curatrice Nicoletta Rossotti descrive così Francesca.
“Artista poliedrica ed eterogenea dal grande temperamento e sensibilità. Le sue opere ci conducono verso racconti magici e onirici, dove prevalgono con grande personalità colori come esplosioni massima di passione e sentimento. Caratterizza la sua opera da una cifra linguistica sempre originalissima e riconoscibile, alla memoria sfiora l’idea di un’arte dove le radici della sua terra,la sua formazione nell’ambito del teatro la portano a creazioni eccentriche e suggestive con soluzioni pittoriche seducenti e coinvolgenti e dal grande impatto visivo ed emozionale”.



E da questa recensione le mie domande prendono vita, ma ora vi lascio in balia delle onde di Francesca Tarantino .

Francesca parlami un po’ di te e di come l’arte è entrata nella tua vita. Dove inizia la donna e finisce l’artista?

Oh di me c’è da dire un pò, sei pronta? Sono una donna che per amore ha rinunciato a quella che di sicuro sarebbe stata la sua miglior scelta, ma sai ero giovane e innamorata ;così dopo il liceo artistico e con la specializzazione come modellista e insegnante di taglio, era arrivato anche il momento di mettere radici ferme e così l’amore mi ha portato al matrimonio e a continui spostamenti. Ho insegnato per diversi anni in tanti piccoli paesi raccogliendo affetto e stima del mio operato da tutti i miei allievi. Poi è arrivato il trasferimento a Roma e la separazione; due figlie e una vita nuova da gestire, così mi rimbocco le maniche e per un periodo lavoro per la maison di Laura Biagiotti per approdare infine nello studio di un medico. Il lavoro par-time mi permette ancora di insegnare con la mia scuola privata, ma i tempi cambiano e le donne oggi preferiscono comprare online, stare al pc e cucire poco, ma per fortuna esiste il teatro e la sartoria teatrale. In questo mondo ho potuto esprimere tutto il mio estro e la follia che contraddistingue noi artisti.



In certi momenti sento la voce di Francesca lieve presa dai ricordi e lascio che lei mi parli di se e di una vita fatta di salite e discese , ma ho ancora altre domande per lei e così la distraggo.

Com’è nata la passione per l’arte e come vorresti che le persone vedessero la tua arte dal di fuori?

Fin da bambina nella mia famiglia si è respirato l’amore per l’arte e tutto quello che ruota attorno ad essa. Mia madre dipingeva per passione e mio padre era un grande appassionato di opera e teatro e spesso mi portava a vedere spettacoli teatrali. Mi perdevo in quel mondo, e con gli occhi di bambina sognavo di farne parte e in un certo senso l’ho fatto come attrice amatoriale in diverse compagnie teatrali. Insieme a loro ho portato in scena tanti spettacoli che mi sono rimasti nel cuore così come tutti gli abiti di scena che ho realizzato esprimendo la mia vena creativa al meglio delle mie forze. Parlando dei miei dipinti, beh voglio solo trasmettere me stessa, le miei fragilità, non cerco la perfezione nei tratti ma solo emozioni. In ogni tela c’è un ricordo a volte felice a volte triste ed io per tutta risposta butto i miei sentimenti lì nelle tele che si lasciano plasmare con colori, ornamenti tessili e tutto quello che mi passa per la mente. Nei miei dipinti metto a nudo la mia anima e una vita che ha avuto muri da abbattere.

Dipingi su accessori e dimmi come vedi questa combinazione?

Trovo che l’arte sia ovunque, dipingere oggetti e venderli è per un’artista importante, Pensa a quanti artigiani in questo periodo di Covid stanno soffrendo per la mancanza di mercatini, turisti stranieri che popolano le città turistiche! Tutto ora è difficile l’arte è ferma ed è tutto improntato nel mondo online oramai saturo. Personalmente mi diverto a dipingere su delle borse a dare una vita diversa, renderle così colorate e uniche e vederle poi indossate è una soddisfazione.
Francesca ha anticipato la mia ultima domanda.





Come ha influenzato questa pandemia cosa porterà nella tua arte dopo?

Il Covid ha portato tanta paura e sofferenza e come già detto per gli artisti e artigiani ripartire sarà dura. La speranza è di ritrovarsi ancora nelle piazze ad esporre il nostro lavoro, tornare a recitare, cucire abiti di scena, tornare a fare mostre e riunirsi tra artisti per un momento di condivisione e convivialità. Spero che tutta la solitudine e la paura che il Covid ci ha lasciato in eredità, possiamo imbrigliarlo e trasformarlo in qualcosa di positivo…ne abbiamo bisogno tutti.

Con queste ultime parole ho impresso gli occhi di Francesca che mi guardano sorridendo ma sono velati di malinconia e per un attimo mi fermo in questa trascrizione.
La vita di un’artista non è mai facile, ognuno di noi porta un fardello, ognuno di noi ha rinunciato a qualcosa soffocando un desiderio per tanto tempo chiedendosi ogni santo giorno se n’è valsa la pena, ma la tua vera natura alla fine esce fuori, quell’indole che tutti noi artisti abbiamo alla fine torna indietro come un boomerang e l’arte prima o poi signori miei ti chiede il conto.
La mia domanda è : siamo pronti a pagare quel conto?

di Casaccia Irene