L’ espressione pittorica di Giannina Largo

L’esprimersi pittorico di Giannina Largo, segue un’evoluzione particolare che scaturisce da un percorso iniziale di meditativa acquisizione artistica. Una fase che si potrebbe definire come sola forma di interiorizzazione e decodificazione di parte del vasto e complesso universo pittorico, che nel tempo per l’artista diventa sempre più oggetto di indagine, approfondimento e volontà di assimilazione. Questo primo momento di elaborazione del pensiero artistico unitamente all’intensificarsi di interesse e passione, sfocia in seguito nello sviluppo del vero atto creativo, rivelando il concretizzarsi del proprio linguaggio pittorico a carattere figurativo. Questa sua abilità chiaramente emerge sia da un innato talento che la rende incline alla pittura che dall’acquisizione di ulteriori e rilevanti elementi di formazione pittorica che l’artista apprende attraverso gli insegnamenti del maestro Antonio Sgarbossa.





Entrando poi nel merito della produzione artistica, dal punto di vista critico, ciò che spicca da un’attenta analisi delle opere è soprattutto l’elaborazione iconografica. Opere che originariamente fioriscono dalla semplice ispirazione ad elementi attinti da  un eterogeneo repertorio che allude alla natura, al mondo animale, umano e in parte alla statuaria antica, vedendo il nascere di alcune rappresentazioni degne di nota dal punto di vista stilistico, come cavalli sapientemente dipinti, dalle forme sinuose e anatomicamente precise che talvolta nelle esecuzioni in primo piano sfoggiano morbide criniere definite da un cromatismo delicatamente sfumato.



Ma il punto focale dell’elaborazione iconografica, emerge da strutture compositive più complesse che lasciano lontanamente trasparire un lieve riflesso di intonazione metafisica, il tutto concepito nell’ideazione di una personale e profonda giustapposizione di scene che in ogni singola opera offrono allo spettatore una duplice visione. Si aprono dunque ambientazioni immaginarie, pervase da un’atmosfera immobile e silenziosa, che si mostrano dominate da essenziali ma suggestivi motivi architettonici, che diventano poi l’ideale cornice e palcoscenico in cui diversificate e duplici scene hanno luogo. Un significativo panorama di immagini che in tale bipartizione iconografica vivono e occupano spazi propri. Apparentemente isolate le une dalle altre, le scene ritrovano sempre l’unitarietà compositiva nella medesima corrispondenza emotiva.



A questo riguardo, ne troviamo esemplificazione nell’ostilità, un sentimento che nella sua connotazione negativa unifica due separate scene di lotta che nell’opera sono incarnate dalla ferocia dei leoni e dallo scontro fra gigante e divinità, immortalato nel riconoscibile antico frammento ellenistico della Gigantomachia. La stessa uniformità che scaturisce da un sentimento di fondo, ritorna con evidenza anche nella maternità dove il senso di protezione materna determina nell’opera  uno stretto legame fra mondo umano e mondo animale.



Un fitto substrato di sentimenti, stati d’animo, ricordi, che si intensificano a loro volta nelle modulazioni cromatiche di fondo, lasciando trapelare quel lirismo pittorico che attraversa le scene dipinte, convergenti in un’interessante e perspicace sintesi estetica finale di raffigurazione scenografica ed eloquenza emotiva.



Dott.ssa Valentina Giacon, storico e critico d’arte.

Mostra del Maestro Mario Roncaccia

Vi invitiamo a visitare la suggestiva mostra del Maestro Mario Roncaccia, nell’incantevole Tempio della Maddalena a Capranica Prenestina.





Nuovi linguaggi artistici

Tiziano Sgarbossa nasce a Cittadella (PD) il 03 gennaio 1972.
Nel 1986 inizia la sua prima esperienza lavorativa nel laboratorio di
ceramiche artistiche di famiglia. Qui, sotto la guida del padre Antonio, scultore e pittore, apprende le basi del modellato. Dopo un periodo d’apprendistato si dedica allo studio e realizzazione di complementi d’arredo in ceramica per aziende italiane ed estere.
L’attività di modellatore gli consente di esprimere la propria creatività
attraverso le forme e i volumi, sviluppando così una particolare
attitudine verso i concetti tridimensionali.




Nel 1998 apre la galleria “Rosà Arte”.
Mentre nel retro bottega continua l’attività di modellatore, nelle sale espositive organizza eventi e mostre personali di vari artisti.
In quest’ambiente, dove l’arte pittorica incontrano la materia,
nasce l’idea e la volontà di trasferire forme e volumi dalla creta alla tela.
Nel 2000 inizia le prime ricerche, sulle tecniche e sui materiali, che lo portano a realizzare le prime opere in tela con soggetti in rilievo.
In seguito ottimizza il suo metodo ideando una particolare tecnica
denominata “estrusione su tela” dove i soggetti sono ricavati da decise sporgenze e rientranze della superficie che creano giochi d’ombre.
Più recentemente realizza una nuova serie di opere in “acciaio laserato”,
dove i concetti di forma vengono arricchiti da colori e contrasti tra
superfici materiche e riflettenti.
Oggi Tiziano Sgarbossa collabora con gallerie d’Arte e studi di Architettura .
Le sue opere sono richieste dai collezionisti e clienti particolarmente attenti ai
nuovi linguaggi artistici.





La magia della luce – Antonio Sgarbossa

” Pittura e musica, mi sono legato ad esse quando ero ancora un ragazzo.
Suggestioni ed esperienze passate emergono e scopro consapevolmente che possono prendere forma.
Sento fondamentale il bisogno di esprimere bellezza, armonia, atmosfera e presenza della luce.
La ricerca di nuove tecniche pittoriche personali provocano in me continue piacevoli emozioni che mantengono vive le mie naturali inclinazioni.”



Antonio Sgarbossa è nato a Fontaniva nel 1945, dove tuttora vive. Di lui hanno scritto critici d’arte : Enzo Santese , Paolo Levi ,Giancarlo Bonomo , Giuseppe Salerno ,Paolo Rizzi ,Renzo Spagnoli.
Alcune sue opere si trovano presso la Galleria Civica dei Sindaci di Trieste , la Galleria Civica d’Arte Moderna “ Giuseppe Sciortino” a Monreale, nel Museo Nazionale d’Arte Ucraina di LVIV, nel museo “ Natura, Vita, Leggenda “ a Bossolasco (CN) , in collezioni private e gallerie private .



Nel 1971 si trasferisce per un anno a Neuchàtel in Svizzera , città in cui dà vita ad uno studio d’arte denominato “La Soffitta “ insieme con un gruppo di pittori europei . Qui ottiene i suoi primi riconosci menti. Nel 1976 ha esposto con successo le sue opere in una galleria d’arte , Il Fiore , per la prima volta, a Bassano del Grappa.











Arte a Grottaferrata – Il Maestro Mario Roncaccia

Mario Roncaccia vive e lavora nella sua città natale, Grottaferrata ( Roma). Qui mette a frutto, con grande successo, le numerose tecniche artistiche ricercate, studiate, approfondite. Pittura ad olio, lo sbalzo, pittura su stoffa, iconografia antica, terzo fuoco, acrilici, pittura su vetro, le dorature, I bassorilievi, la scultura a tutto tondo. Legittimo considerarlo un vero e proprio Maestro d’Arte.