Forse, pensò, la radice di ogni arte, e fors’anche di ogni spirito, è la paura della morte. Noi la temiamo, abbiamo orrore della caducità, vediamo con tristezza i fiori appassire e le foglie cadere e sentiamo nel nostro cuore la certezza che anche noi siamo caduchi e presto avvizziremo.
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Se dunque come artisti creiamo figure o come pensatori cerchiamo leggi e formuliamo pensieri, lo facciamo per salvare qualche cosa dalla grande danza macabra, per stabilire qualche cosa cha abbia una durata più lunga di noi stessi.
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La donna che ha servito di modello al maestro per la sua bella Madre di Dio è forse già avvizzita o morta, e presto sarà morto anche lui; altri abiteranno nella sua casa, altri mangeranno alla sua tavola… ma la sua opera rimarrà, nella tacita chiesa del convento brillerà ancora dopo cent’anni e più e resterà sempre bella e sorriderà sempre con la stessa bocca, che è così fiorente e triste insieme.
Hermann Hesse,
Narciso e Boccadoro.
Milano: Mondadori, 2015, p. 130.
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