Antonella Urbinelli – Presepe su legno

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€ 1.700,00

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#Pittura #Scultura #Artigianato #Viaggi #Design
INDICE CATALOGO

SCANNO IL CUORE PULSANTE D’ABRUZZO

-“Che dici partiamo?” – Oh quanto mi manca questa frase che io e Ottavio ci ripetevamo!
Ci bastava un fine settimana in qualche posto tranquillo per tornare carichi e riposati il lunedì. Ora tutto questo sembra un ricordo lontano ed è strano come quello che davamo per scontato, oggi è prezioso tanto quanto il Santo Gral.
Continuo a ripetermi che prima o poi si tornerà alla normalità, rispolveremo le nostre valigie, percorreremo autostrade per mete inesplorate oppure più semplicemente tornare lì dove il nostro cuore è rimasto.





Ma ora basta con i sentimentalismi e mettetevi comodi perché vi porto con me in uno dei borghi della mia terra abruzzese e già che ci siete prendete appunti; chissà potrebbe tornarvi utile!



Percorriamo l’Autostrada dei Parchi fino ad arrivare a SCANNO… un nome insolito, ma lasciate che vi spieghi la sua origine. Scanno dal latino “scamnum” ovvero sgabello perché il borgo è situato sopra un colle dalla forma di una panca.
Se non siete mai stati in questo posto, vi consiglio di fare alcune ricerche e vi confesso che anche io lo faccio ogni volta che visito città o piccoli borghi. Avere notizie, documentarsi, essere curiosi è una forma di rispetto verso il posto che ci ospiterà a braccia aperte, perché ricordate sempre la regola principale: viaggiare come ospiti!





Appena arriviamo al nostro albero HOTEL ROMA, la prima cosa che faccio è aprire le finestre per scoprire cosa mi aspetta fuori. Ed eccolo Scanno, arroccato con piccole case che di sicuro mi racconteranno la loro storia. Lasciamo tutto e ci dirigiamo a piedi verso il paese, e mi sento osservata da sguardi di anziani mentre giocano a carte fuori dai piccoli bar. Qui il tempo conserva il sapore dell’antico, dove tutti si salutano quando s’incrociano e tutti si conoscono. Percorriamo le viette e mi sorprendo a contare tante gioiellerie, una più prestigiosa dell’altra; tutte unite da un principale gioiello emblema della mia terra: LA PRESENTOSA.
Questo monile di origine settecentesca è il simbolo abruzzese ed era indossato dalle donne in occasione di festa e anche qui vi invito a sbirciare sul web se volete saperne di più… non ve ne pentirete.







Continuiamo la nostra passeggiata per le vie dalle quali s’inalzavano profumi e odori della cena, tanto da spingerci a trovare un ristorante o una pizzeria più vicina e come sapete bene, il turista cammina tanto e mangia altrettanto.

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Il mattino seguente si parte alla volta di un posto fuori dalla realtà ossia il lago di SAN DOMENICO che sorge nell’alta Valle delle GOLE DEL SAGITTARIO. Acqua di color verde turchese, immerso nella natura suggestiva che regna sovrana al di sotto di monti rocciosi nel PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO.
Sulla riva si erge appunto l’eremo sorvegliato a vita da tre oche che proteggono il lago e non ci pensano due volte a correrti dietro se passi davanti a loro, quindi vi consiglio fare come noi: due passi in più e gambe salve dai tre moschettieri del lago.









Ora visto le lodi decantate al lago di San Domenico, è la volta del lago di Scanno e già la forma a cuore credo spieghi in maniera eccelsa che senza dubbio sia il cuore d’Abruzzo! E si anche qui anatre e oche difendono il lago da visitatori poco simpatici a loro. Un consiglio? Portatevi qualche pezzettino di pane; li terrà impegnati mentre voi seduti ad una panchina, guardate un grande cuore che pulsa all’interno di una terra abruzzese rude ma sincera.





di Casaccia Irene



INCOMPIUTA & C

“Se ci credi veramente, a volte i sogni si avverano.”
Lo so detta così può sembrare una frase da spot pubblicitario, ma lascia che ti racconti in questo articolo, del mio sogno.



Da quando è nata la serie Incompiuta, sapevo già dentro di me che stavo realizzando qualcosa di più di semplici dipinti. Ero oramai decisa e pronta, a fare un altro passo verso quella meta che mi ero prefissata nella mente.

Con le tazze d’autore avevo già esplorato il settore commerciale, ma non mi bastava e non mi faceva sentire soddisfatta, così dopo un anno di ricerche ho trovato la persona che facesse al caso mio.



Navigando in rete mi imbatto nella stamperia PERSONALIZZATELA SANBENEDETTO e così decido di contattare Anna per farmi realizzare un campione di T-shirt con un mio dipinto.
È subito intesa, e sia lei che suo marito, capiscono bene cosa voglio.

All’inizio ti dirò, non è facile lanciarti in un mercato oramai saturo e per di più senza un sito o un e-commerce, ma diciamocelo, quando mai ho fatto qualcosa che non mi complicasse la vita?



Però ammetto che si mi ero scoraggiata dopo il primo lancio poco produttivo. Non posso astenere di scrivere questa parte altrimenti più che un articolo, sembra la favoletta della buona notte, dove tutti vivono felici e contenti!

Nessun ordine, tanti brava e mi piace sui miei post di pubblicità sui social, ma nulla : il vuoto intorno.
-“Ok Irene vorrà dire che le farai per te”- questa frase doveva essere la famosa pillolina indorata da mandar giù, ma il groppone in gola era bello grosso.
Anna, ancora una volta mi motiva come fa un coach con il suo allievo ed io per tutta risposta continuo a spingere con video pubblicitari, frasi d’ effetto e tante tante foto delle mie T-shirt.
Finalmente il primo ordine! Milano chiama! Una signora che mi segue su Instagram, chiede due T-shirt e dopo di lei un altro ordine!



“Si lo so, già ti sento! Sono solo tre ordini, che ti gasi??E se dopo non arriva più nessuno?” – a questa vocina stridula nella mia testa, metto un tappo in bocca e tiro avanti come un tir!
Altre foto, altri spot pubblicitari e so che qualcuno rimarrà colpito da INCOMPIUTA o STILOSA, ma ecco l’effetto sorpresa!

La miglior offerta pubblicitaria: basta una sola foto fatta da una ragazza ad uno specchio, ad aprirmi al mondo! Lei con indosso una delle mie INCOMPIUTA, mi tagga e mi ringrazia.
-” Oh Signore sia lodato” – finalmente qualcuno ha capito come funziona: è la pubblicità, le recensioni che smuovono il commercio. E così mio caro o mia cara che mi stai leggendo, gli ordini tanto attesi sono arrivati!

Ora in sincerità, non so dove mi porterà questa avventura ne quanta strada dovrò percorrere, ma dentro di me oggi è cambiato qualcosa, in particolare dopo questa frase detta da una ragazza che mi conosce subito dopo avere fatto un ordine. “-Era ora che facessi qualcosa del genere!”-

Dopo la sua telefonata, ringraziandola mi siedo a riflettere -“E se lo avessi fatto prima? Oggi chissà dove sarei arrivata!”-



Forse prima i tempi “non erano maturi”, o più semplicemente la io di prima non è la stessa di ora.
In realtà oggi non sono più quella di un’anno fa e neanche quella di ieri.
Ho mille idee che si accavallano nella mia testa e un progetto enorme che custodisco da tempo, ma se ci credo veramente e lavoro duramente lo vedrò reale come vedo lei, INCOMPIUTA sul mio tavolo di lavoro, ma il vero sogno sai qual è lettore???
Oggi vorrei tanto incontrare quella ragazzina di 15 anni e dirle abbracciandola
-“Hai visto fin dove sei arrivata? Lo avresti mai detto?” –

Questo pensiero lo dedico a tutti noi sognatori che abbiamo una visione.

di Irene Casaccia



L’arte onirica di Francesca Tarantino

Quando il direttore di Arte Manufatti mi ha commissionato questa intervista, non avevo la minima idea del fiume in piena che mi avrebbe travolto.
Venerdì pomeriggio sono pronta al collegamento con il mio quaderno e tutte le domande, il registratore pronto ed ecco arrivare lei: Francesca Tarantino ,una donna tutta pepe e dolcezza con una grande dialettica.
Ci diamo subito del tu per rompere il ghiaccio e dietro i suoi occhiali scorgo due occhi verdi che ne avranno di cose da darmi e credetemi io non mi sbaglio mai!
Prima di entrare nel circolo di domande vorrei invitarvi a leggere una breve recensione alla quale Francesca è molto legata e mi chiede se è possibile inserire. Leggo le righe che descrivono questo uragano di donna e mi convinco che posso partire da qui.

La curatrice Nicoletta Rossotti descrive così Francesca.
“Artista poliedrica ed eterogenea dal grande temperamento e sensibilità. Le sue opere ci conducono verso racconti magici e onirici, dove prevalgono con grande personalità colori come esplosioni massima di passione e sentimento. Caratterizza la sua opera da una cifra linguistica sempre originalissima e riconoscibile, alla memoria sfiora l’idea di un’arte dove le radici della sua terra,la sua formazione nell’ambito del teatro la portano a creazioni eccentriche e suggestive con soluzioni pittoriche seducenti e coinvolgenti e dal grande impatto visivo ed emozionale”.



E da questa recensione le mie domande prendono vita, ma ora vi lascio in balia delle onde di Francesca Tarantino .

Francesca parlami un po’ di te e di come l’arte è entrata nella tua vita. Dove inizia la donna e finisce l’artista?

Oh di me c’è da dire un pò, sei pronta? Sono una donna che per amore ha rinunciato a quella che di sicuro sarebbe stata la sua miglior scelta, ma sai ero giovane e innamorata ;così dopo il liceo artistico e con la specializzazione come modellista e insegnante di taglio, era arrivato anche il momento di mettere radici ferme e così l’amore mi ha portato al matrimonio e a continui spostamenti. Ho insegnato per diversi anni in tanti piccoli paesi raccogliendo affetto e stima del mio operato da tutti i miei allievi. Poi è arrivato il trasferimento a Roma e la separazione; due figlie e una vita nuova da gestire, così mi rimbocco le maniche e per un periodo lavoro per la maison di Laura Biagiotti per approdare infine nello studio di un medico. Il lavoro par-time mi permette ancora di insegnare con la mia scuola privata, ma i tempi cambiano e le donne oggi preferiscono comprare online, stare al pc e cucire poco, ma per fortuna esiste il teatro e la sartoria teatrale. In questo mondo ho potuto esprimere tutto il mio estro e la follia che contraddistingue noi artisti.



In certi momenti sento la voce di Francesca lieve presa dai ricordi e lascio che lei mi parli di se e di una vita fatta di salite e discese , ma ho ancora altre domande per lei e così la distraggo.

Com’è nata la passione per l’arte e come vorresti che le persone vedessero la tua arte dal di fuori?

Fin da bambina nella mia famiglia si è respirato l’amore per l’arte e tutto quello che ruota attorno ad essa. Mia madre dipingeva per passione e mio padre era un grande appassionato di opera e teatro e spesso mi portava a vedere spettacoli teatrali. Mi perdevo in quel mondo, e con gli occhi di bambina sognavo di farne parte e in un certo senso l’ho fatto come attrice amatoriale in diverse compagnie teatrali. Insieme a loro ho portato in scena tanti spettacoli che mi sono rimasti nel cuore così come tutti gli abiti di scena che ho realizzato esprimendo la mia vena creativa al meglio delle mie forze. Parlando dei miei dipinti, beh voglio solo trasmettere me stessa, le miei fragilità, non cerco la perfezione nei tratti ma solo emozioni. In ogni tela c’è un ricordo a volte felice a volte triste ed io per tutta risposta butto i miei sentimenti lì nelle tele che si lasciano plasmare con colori, ornamenti tessili e tutto quello che mi passa per la mente. Nei miei dipinti metto a nudo la mia anima e una vita che ha avuto muri da abbattere.

Dipingi su accessori e dimmi come vedi questa combinazione?

Trovo che l’arte sia ovunque, dipingere oggetti e venderli è per un’artista importante, Pensa a quanti artigiani in questo periodo di Covid stanno soffrendo per la mancanza di mercatini, turisti stranieri che popolano le città turistiche! Tutto ora è difficile l’arte è ferma ed è tutto improntato nel mondo online oramai saturo. Personalmente mi diverto a dipingere su delle borse a dare una vita diversa, renderle così colorate e uniche e vederle poi indossate è una soddisfazione.
Francesca ha anticipato la mia ultima domanda.





Come ha influenzato questa pandemia cosa porterà nella tua arte dopo?

Il Covid ha portato tanta paura e sofferenza e come già detto per gli artisti e artigiani ripartire sarà dura. La speranza è di ritrovarsi ancora nelle piazze ad esporre il nostro lavoro, tornare a recitare, cucire abiti di scena, tornare a fare mostre e riunirsi tra artisti per un momento di condivisione e convivialità. Spero che tutta la solitudine e la paura che il Covid ci ha lasciato in eredità, possiamo imbrigliarlo e trasformarlo in qualcosa di positivo…ne abbiamo bisogno tutti.

Con queste ultime parole ho impresso gli occhi di Francesca che mi guardano sorridendo ma sono velati di malinconia e per un attimo mi fermo in questa trascrizione.
La vita di un’artista non è mai facile, ognuno di noi porta un fardello, ognuno di noi ha rinunciato a qualcosa soffocando un desiderio per tanto tempo chiedendosi ogni santo giorno se n’è valsa la pena, ma la tua vera natura alla fine esce fuori, quell’indole che tutti noi artisti abbiamo alla fine torna indietro come un boomerang e l’arte prima o poi signori miei ti chiede il conto.
La mia domanda è : siamo pronti a pagare quel conto?

di Casaccia Irene



BORGHI ANTICHI. LA NOSTRA STORIA.

La Fortezza di Rocca Calascio

Mai come in questo periodo, abbiamo desiderato viaggiare, andare lontano e magari non tornare più.
Esplorare mondi nuovi, passare da luoghi incontaminati, a città rumorose ,sdraiarsi in un prato e lasciare che il sole di maggio scaldi il nostro viso ormai troppo pallido e spento da questo dannato Covid. La valigia è pronta da tempo ormai e tu non aspetti che quel momento arrivi;chiuderti la porta alla spalle e partire. A volte non serve neanche andare chissà dove per trovare pace, basta un piccolo borgo a pochi ore da casa per rallentare la corsa del tempo.
E allora lasciate i vostri orologi a casa e seguitemi … oggi vi porto con me a Santo Stefano Di Sessanio piccolo borgo nel cuore d’Abruzzo con solo 117 abitanti.
Tra le mura di questo paese incantato vengo catapultata negli anni 20 dove tutto era popolare, forse un po’ rozzo ma dal sapore autentico.



Qui nel 1994 l’imprenditore Daniele Kihlgren giovane visionario, punta il suo sguardo su quello che sarebbe divenuto un albergo diffuso Sextantio Albergo Diffuso.
Appena scendo dall’auto, giro tra le vie immortalando con la mia Reflex persino la più piccola pietra; tutto quel caos da cui ero fuggita era solo un eco lontano che via via si annientava man mano che mi addentravo tra i vicoli silenziosi …ma chissà per quale motivo io li sentivo bisbigliare al mio passaggio.
Assorta da quelle pietre che hanno visto bombe, guerre e la fame che ogni battaglia lascia dietro di se, mi complimento per il lavoro certosino che Kihlgren è riuscito a fare; la sua visione ora è pura realtà.
L’intero borgo diventa un albergo e ogni casa è interamente recuperata e trasformata in stanze da mille e una notte.





Vecchie cassapanche tornano a nuova vita, lucernai illuminano le camere, letti in ferro battuto e coperte della tradizione abruzzese avvolgono le mie notti e inizio a pensare che il mondo là fuori può anche sparire perché qui ho trovato pace.
La nostra camera è all’interno di un’abitazione che si apre a noi con l’immancabile camino e un vecchio tavolo dove avevano lasciato per noi una bottiglia di vino dolce come ben venuto.
Alle due pareti opposte vi erano due porte che conducevano una alla nostra camera e l’altra alla stanza già prenotata.
La sorpresa più grande l’ho avuto aprendo la nostra porta…e mi sono sentita come Alice nel paese delle meraviglie.



Entrati ci siamo ritrovati catapultati nel XX secolo con un letto ricavato da una vecchia tavola, letto in ferro battuto e una calda coperta abruzzese, per non parlare del bagno interamente realizzato con elementi di recupero delle tradizione contadina.
Tutto respirava di tradizione, la mia, quella abruzzese, caparbia dura e allo stesso tempo gentile.
Ho passeggiato fino a non sentirmi più i piedi sotto il ciottolato, ho sfiorato la pietra di quelle mura, ho bevuto tisane realizzate con piante del territorio, e mangiato piatti semplici di quelli che cucinavano le nostre bisnonne, tutto accompagnato dalla musica di quegli anni e che altro?
E si ho tenuto il pezzo forte alla fine; mai sentito parlare di Rocca Calascio? No??? Ti dice nulla (Ladyhawke)?



Vedo che ho attirato la tua attenzione e allora seguimi alla scoperta di questo castello che all’improvviso ti appare davanti dal nulla avvolto da un’aurea di mistero come solo una bella donna sa fare.
Ha un po’ di secoli alle spalle ma conserva ancora il suo fascino e io non riesco a staccare gli occhi e il mio obbiettivo da lei : sua maestà Rocca Calascio.



Quanti cambiamenti hai visto mia bella signora, in quanti hanno provato ad averti, quante lacrime hai versato per i tuoi soldati e dimmi chi ha conquistato il tuo cuore rude? Alla mie domande indiscrete lei tace ma la sento ancora respirare …quella pietra forte.
Prima di andar via mi giro un’ultima volta a guardarla promettendo a me stessa che tornerò a trovarla e aprendo le braccia al mio Gran Sasso per un attimo vorrei essere come Ladyhawke libera di volare sopra il caos.

di Casaccia Irene