“La Scala di Marmo” il libro in uscita di Alessandra Ceccanti

LA FIDUCIA
L’immagine di una scala può suggerire l’idea di un percorso in salita o in discesa a seconda dello stato d’animo della persona che osserva; direi che nel caso di Alessandra Ceccanti l’impressione non possa che essere quella dell’ascesa.

Per chi come me ha avuto l’opportunità di osservare il crescendo della sua autocoscienza, della disinvoltura che ha progressivamente acquisito davanti all’obiettivo della macchina fotografica e addirittura il manifestarsi delle sue capacità di fotografa, la conclusione può essere solamente una: ha trovato una se stessa che ancora non conosceva.

Attualmente la parola autostima è inflazionata, vengono organizzati corsi per potenziarla, è presente in ogni discorso, trasformando quello che è un sottile lavoro psicologico in una specie di gara, consona alla società competitiva nella quale viviamo. Personalmente ritengo che spesso non venga colto appieno il valore di una esperienza quale l’acquisizione della coscienza di sè, come processo intimo, interiore che, una volta completato, non ha necessità del consenso esterno.

Raramente tutto ciò avviene spontaneamente; l’interrelazione tra il soggetto e un’altra persona, o più di una persona, costituisce l’elemento scatenante che porta in superficie ciò che esisteva nascosto nei recessi della personalità. E altrettanto raramente ciò avviene all’interno di una famiglia, nella quale i ruoli e le responsabilità tendono a non rilevare o a mettere in secondo piano eventuali capacità preziose.

Parlare di autostima quindi implica, nella maggior parte dei casi, la presenza di “Qualcuno” che veda oltre le apparenze, che sappia stabilire un contatto e soprattutto ispirare fiducia. Ed ecco che arriviamo a questa parola molto più profonda e bella perchè implica un rapporto umano corrisposto, per il quale non è possibile rifarsi a presupposti razionali e che, a sua volta, genera tutta una serie di conseguenze positive.

Per Alessandra Ceccanti e Fabrizio Gatta il tramite è stato uno strumento inanimato che però, nelle mani giuste, riesce a leggere l’anima, ma soprattutto il clima di reciproca fiducia che si è creato tra queste due persone e che ha consentito l’affiorare della personalità espressiva di Alessandra.
Trovo che in questo caso la parola autostima acquisisca un valore molto più profondo di quello che comunemente le si attribuisce; è la nascita di ciò che portiamo in gestazione dentro di noi, fa parte di ciò che siamo e spesso siamo i primi a sorprenderci di qualità che non sapevamo di possedere.

E, particolare non secondario, è a sua volta generatrice di consensi, il che costituisce una specie di circolo virtuoso. Ricordo bene le prime foto in cui Fabrizio Gatta stava cogliendo ciò che Alessandra non sapeva ancora di essere: sicuramente lei per prima sarà stata sorpresa di vedersi con gli occhi altrui, ma progressivamente si è creata quella simbiosi fotografica che può nascere solo dalla completa e vicendevole fiducia ed ecco che è nata una nuova donna, consapevole di sè nei valori e nei limiti, una persona che ora può affermare di far parte delle “Donne che corrono con i lupi”.
Marilena Cheli Tomei Maggio 2019


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