Stupenda matura testimonianza, quella dell’Artista, quella di un operare mosaicistico di eccelsa valenza che si è avvalso di un prezioso riquadro, dalla non grandi dimensioni, attratto dai richiami romanici del IV secolo, inoltrandosi in quelli dell’VIII e IX D.C., per elaborare un alto rilievo di pregevolissima fattura compositiva dallo schema iconografico elegante di spirito Greco-Romano, movimentato da baroccheggianti nubi, a farsi lavoro-sacro dal titolo “Mistica”, per raffigurare una “Santa Croce” che si eleva verso il cielo, dando risalto al mistero del passaggio dall’Umano al Divino del Redentore.
Grandiosa rappresentazione del significato della “Croce”, quella di Marco Billeri che, attraverso l’indiscusso proprio spessore artistico, evidenzia la vittoria del “Regno di Cristo” su qualunque altro potere terreno, intendendo così simbolicamente raffigurare il “Culto Cristiano”.
Possente qualità estetica dalla grande capacità costruttiva, la sua, che ha utilizzato minute preziose tessere marmoree, dalle origini diverse, le cui differenti cromie sono state ben orchestrate dall’Autore che ne ha sfruttato al meglio i colori per evidenziarne le sfumature affinché la luce potesse dirigersi in ogni direzione creando uno scenario surreale idoneo per attrarre e concentrare lo sguardo dell’Osservatore per immaginativamente vivere il “Dramma” e la Gloria di Cristo.
Figurazione realizzata con mirabile estro e potente istintivo talento artigianale, quella di Marco Billeri, dalla magistrale artistica iconoclastia contemporanea nel cui personale intimo stupefacente fermento lo stesso sa assurgere ad una sentita spiritualità inscindibilmente legata alla forma, alla cromia ed al concetto teologico ispirativo, lasciando una fortissima traccia nell’attuale cultura mosaicistica italiana, anche per la preziosità dei dettagli marmorei inseriti nell’opera per vivificarne il valore.
Opera prestigiosa, dunque, la sua, che rappresenta un sensibile ineguagliabile percorso costruttivo, che si evolve attraverso un’alternanza figurativa di pieni e di vuoti, dove la “Santa Croce”, pur sembrando sospesa nell’aria, domina il pensiero dell’Autore, intimamente impegnato a divulgarne la memoria mediante la mormorea effige per farne messaggera di amore e di cristiana serenità.
Prof.Critico d’arte Giorgio Palumbi
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