L’arte e le donne al tempo del Covid19 – Valentina De Chirico.

Valentina De Chirico


Giro per casa, orami è tardi ma non riesco a dormire. Troppi sono i pensieri che vagano frenetici nella mia mente…uno sguardo ai miei figli che dormono e metto su l’acqua per una tisana rilassante, o almeno è quello scritto sulla confezione.
Accendo il computer, meglio pensare al prossimo articolo… forse questo senso d’inquietudine passerà se mi concentro a fare altro.
Continuo a ticchettare la penna sul foglio bianco, niente, le idee ronzano come api intorno all’alveare della mia mente e il fischio del bollitore mi riporta alla realtà. Vediamo se questa tisana fa il suo effetto!
Un respiro e mi focalizzo su di lei: Valentina De Chirico. Apro il suo profilo Instagram e inizio a scorrere le sue foto che oramai conosco a memoria.
Conosco Valentina già da un po’ e la cosa che ci accomuna oltre ad essere due donne artiste,è il bisogno di lasciare una scia dietro di noi, una svolta alla nostra arte. Esigenze,ispirazioni,scelte di mercato, forse tutte e tre o nessuna non so.
Scorrendo la mia attenzione si ferma dinanzi a due occhi neri, rosse labbra carnose e pelle color del latte ma con un fuoco che se pur non appare dipinto riesco a percepire…è di quel fuoco che ho bisogno per scrivervi di Valentina e della sua personale ricerca artistica.
I pensieri iniziano a rallentare, merito della tisana? Ok si comincia,altro giro,altra corsa.



Valentina De Chirico

Valentina parlami dei tuoi ritratti. Le tue modelle hanno grandi occhi espressivi e labbra rosse e carnose, il giusto per ipnotizzare il fruitore. Scelta voluta o semplicemente l’incoscienza smaliziata dell’artista?

Le donne che dipingo sono quello che per me rappresentano il più alto grado di femminilità. Di ognuna di loro rubo qualcosa che mi manca. Uno sguardo languido, una folta chioma nera riempita di fiori, le labbra importanti e rosse fuoco. Io dipingo per colmare le lacune. Vorrei essere ogni ritratto che ho dipinto, vorrei carpire ogni piccola sfumatura di essere donna.



I tuoi studi ti hanno portato verso il restauro. Cosa ti affascinava di questo ramo artistico?

Credo, un po’ come tutti i restauratori, di essere stata affascinata dal dopo. Rimettere a nuovo delle opere di altri è molto appagante. Pensare di aver contribuito al fatto che quel lavoro rimarrà fruibile per ancora molto tempo grazie al tuo intervento

Dal restauro alla pittura il passo è breve. Che tipo di artista sei? C’è qualche artista che ti ha ispirata nel tuo cammino?

Per anni, influenzata dal mio cammino accademico, sono rimasta molto attaccata alla pittura decorativa. I dipinti legati all’art nouveau e i dipinti di Mucha sono stati quelli che hanno dato il via alla mia serie di ritratti. Ho anche avuto un periodo dove sono stata molto affascinata dalla pittura su vetro. La mia tesi è stata proprio sulle vetrate artistiche.
Fiori, foglie e espressioni le ho tutte rubate e rielaborate dai lavori di Mucha.



Ad un certo punto la tua arte subisce una svolta…quei colori accesi e vibranti rimangono ma entra in gioco una parte più commerciale. Cosa ti ha spinto a questa scelta imprenditoriale?

Il divertimento. Creare piccoli oggetti e capsule collection di t-shirt, piuttosto che segnalibri, tazze e calamite mi diverte. Tira fuori il mio lato ironico e scanzonato. Poi ovviamente il lato commerciale. Questi oggetti sono fatti completamente a mano ma hanno un costo notevolmente minore rispetto a un dipinto. Le persone hanno apprezzato e io ne sono felice.

Come donna e artista che difficoltà incontri nel portare avanti il tuo sogno e lavoro artistico?

Come donna credo che ogni artista di genere femminile dovrebbe avere una colf a casa…!
Scherzi a parte siamo sempre le più penalizzate. Molte devono ritagliarsi del tempo per dipingere nei tempi morti. Un po’ è frustrante perché quando stai lavorando vorresti essere esclusa da tutto e da tutti per un tempo indefinito. Spesso così non è, anche per me. A livello personale il mio genere non ha mai influito sul percorso che stavo e sto intraprendendo.



Cosa ha rappresentato e tutt’ora è l’arte per te e soprattutto com’è cambiata al tempo del Covid 19?

L’arte è la mia croce e la mia delizia. È il mio posto sicuro. Come ho detto prima dipingo per colmare le mie lacune. Essere in posti in cui non sono, essere la donna che vorrei idealmente. Però l’arte non mi rilassa affatto. Quando prendo il pennello in mano deve succedere quello che ho nella testa, esattamente così. Non c’è margine di errore. Ho perso la spensieratezza di dipingere solo e unicamente per passare il tempo e per puro piacere. Un po’ me ne dispiaccio ma credo che faccia parte del percorso professionale.
Il periodo che stiamo vivendo è tosto. Sto semplicemente facendo tutto quello che avevo inserito nella lista “cose da fare 2020” . Purtroppo le spedizioni sono penalizzate quindi ora sono ferma per i miei acquirenti ma sto cercando di sperimentare cose nuove e idee che avevo in mente da tempo.



Mi congedo dalla mia amica lontana ma non prima di aver dato un ultimo sguardo ai suoi dipinti.
Un fondale marino dai toni del blu e viola con due balene una delle quali,sorretta da mongolfiere mi incuriosisce e lì nella poesia di quella illustrazione mi è tutto più chiaro :” Non solo per noi stessi siamo nati”.
Questa è la frase scritta sotto l’immagine da Valentina…nulla di più vero,di più terribilmente reale. Noi artisti apparteniamo al mondo e affinché il nostro passaggio sia lieve, abbiamo bisogno di questa struggente linfa che ci tiene vivi. L’arte unica nostra amica e demone, ma niente paura perché anche se cadiamo giù negli abissi, potremmo sempre cavalcare una delle balene fatate di Valentina De Chirico che ci canterà una ninna nanna.

di Casaccia Irene